Analisi del contesto

Un antico proverbio recita: “Purtroppo sono più numerosi gli uomini che costruiscono muri di quelli che costruiscono ponti”.

Il Centro di Assistenza Straordinaria di Modena da alcuni anni ospita persone in condizione di forte vulnerabilità e fragilità: tra di essi, trovano accoglienza gli utenti del Centro di Accoglienza Straordinaria gestito dalla Cooperativa L’Angolo (circa 150 richiedenti asilo).

L’immobile si trova nel quartiere San Faustino di Modena, che è densamente abitato, ricco di servizi (scuole, associazioni culturali e sportive, centri parrocchiali). L’ex studentato è costituito da stanze con bagno privato per l’ospitalità degli utenti accolti e gli ambienti comuni attualmente sono solo le cucine e le lavanderie; non dispone, invece, di spazi da condividere.

Ciò oggi comporta che gli utenti ospitati abbiano poche possibilità di interazione tra di loro e, di conseguenza, spesso siano isolati; chi, inoltre, è spinto a cercare interazioni con il territorio, a partire dalle attività presenti nel quartiere in cui lo stabile si trova, si muove all’interno di una “cartina muta”: gli ospiti non conoscono le opportunità che li circondano, né le realtà con le quali potrebbero interagire per impiegare il proprio tempo libero o il “dopo scuola” in casi di utenti minori, se non attraverso la relazione con il personale della Cooperativa.

Il Progetto Ponti Sospesi intende “abbattere i muri” che oggi dividono i richiedenti asilo ospitati all’interno dell’ex studentato e altresì quelli che si frappongono oggi tra chi abita lo stabile e coloro che risiedono nelle zone circostanti, creando nuove occasioni strutturate di interazione.

“Sono più numerosi gli uomini che alzano muri di quelli che costruiscono ponti”

– antico proverbio cinese –

Individuazione dei problemi

Muri da abbattere, ponti da costruire

1. Mancanza di aree comuni

di socializzazione all’interno dello stabile non offre occasioni sufficienti di interazione sociale tra le persone straniere inserite nel progetto di accoglienza

2. Scarsa conoscenza reciproca

degli ospiti accolti, amplificata spesso da barriere di tipo linguistico o culturale, limita fortemente la creazione di una rete informale di assistenza tra pari sebbene già esistano alcune esperienze virtuose; inoltre, la non conoscenza dell’altro, può ingenerare diffidenza e minare l’instaurarsi di forme di collaborazione

3. Bassa interazione 

degli utenti accolti con il territorio circostante, aggravata dalla battuta d’arresto subita dall’attivazione di esperienze di volontariato nel quartiere durante la pandemia, ha allentato i legami che gli utenti accolti stavano creando con la comunità locale

Individuazione delle soluzioni

Abbattere muri significa costruire ponti

1. La co-progettazione di nuovi spazi

da adibire ad aule polivalenti con gli utenti inseriti nel Progetto di Accoglienza, renderà possibile favorire l’inclusione delle persone accolte e di sviluppare l’inclusione di soggetti fragili in un progetto concreto, in grado di superare barriere culturali e di unire generazioni diverse, anche grazie all’ausilio del team di mediatori culturali della Cooperativa

 

2. La realizzazione dello Sportello della Banca del Tempo

e la gestione a cura delle Assistenti sociali della Cooperativa, consentirà di facilitare una forma efficace di collaborazione «dal basso» e di promuovere la cultura del dono

3. La mappatura delle associazioni di volontariato

che insistono nel Quartiere San Faustino, in stretto raccordo con il comitato di Quartiere e coi referenti degli enti di volontariato, permetterà potenziare l’inclusione dei migranti nel territorio di riferimento, di contrastare l’attuale diffidenza di parte degli abitanti del quartiere nei loro confronti e di sviluppare una rete di collaborazioni attive con le associazioni

4. L’avvio di laboratori sull’educazione stradale, alimentare e ambientale 

nelle nuove aule attrezzate, concorrerà all’integrazione degli ospiti accolti nel Progetto di accoglienza e a favorire nuove forme di interazione tra di loro e con alcuni partner che saranno i formatori dei laboratori proposti. La formazione proposta, oltre a promuovere sani stili di vita e comportamenti virtuosi, vuole sollecitare tra i partecipanti l’importanza della formazione permanente.

Video dei partecipanti

L’esperienza dei nostri ospiti

Progetto Ponti Sospesi – Souleyman Traore

Souleyman Traore, ospite ivoriano del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Modena, ci racconta cosa ha imparato durante il corso di educazione ambientale.

Progetto Ponti Sospesi – Aymen Hammami

Aymen Hammami, ospite tunisino del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Modena, ci racconta cosa ha imparato durante il corso di educazione stradale.

Progetto Ponti Sospesi – Fahadou Yaya

Fahadou Yaya, ospite beninese del Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo di Modena, ci racconta cosa ha imparato durante il corso di educazione alimentare.

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Il progetto è sostenuto da Fondazione Modena

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